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Cristina Costarelli
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Niente fondi per areare le aule al rientro unica soluzione sarà aprire le finestre
Per Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio, le linee guida pubblicate ora non riescono ad
essere applicate a settembre: è troppo tardi. Macchinoso il monitoraggio
5 agosto 2022
A quasi tre anni dall'inizio della pandemia il prossimo anno scolastico il ricambio dell'aria nella gran parte delle aule scolastiche continuerà ad avvenire aprendo le finestre: nonostante gli annunci arrivati da più parti, infatti, le scuole non dispongono di fondi specifici per installare gli impianti di aereazione e lo stesso Dpcm firmato dal premier Draghi e dai ministri Bianchi e Speranza, pubblicato in questi giorni in Gazzetta Ufficiale, fa riferimento alle linee guida elaborate dall'Istituto superiore di Sanità nelle quali si legge testualmente tra l'altro: «L'utilizzo di dispositivi di sanificazione, purificazione o ventilazione è di giovamento solo se comporta un miglioramento dell'aria indoor. È possibile, ad esempio, che la semplice ventilazione delle aule attraverso l'apertura delle finestre possa migliorare sensibilmente la qualità dell'aria, favorendo la diluizione e la riduzione sia di agenti chimici liberati all'interno, sia di virus e batteri rilasciati dagli occupanti. Le fonti esterne di inquinanti in prossimità delle aule (es. parcheggi di mezzi a motore in prossimità delle finestre) sono ulteriori elementi da considerare. Allo stesso modo, l'osservanza di semplici norme quali il divieto di fumo in tutto il perimetro scolastico, l'assenza di arredi e materiali inquinanti, l'igiene e trattamento di pavimenti e superfici, è un prerequisito importante in questo contesto. In altre parole, si raccomanda che l'utilizzo di dispositivi aggiuntivi di sanificazione, purificazione e ventilazione sia preso in considerazione solo una volta che le misure sopra indicate in modo esemplificativo siano state identificate e intraprese, e ciononostante, sia dimostrato che la qualità dell'aria non sia adeguata».
La protesta
Ma i dirigenti scolastici protestano. «Le scuole non hanno dunque fondi per prevedere impianti di ventilazione: alcune possono farlo se il Comune trova dei finanziamenti o ci sono iniziative regionali, o ci sono sponsorizzazioni da parte di alcune ditte ma sono iniziative sporadiche; a livello di governo le scuole non ricevono fondi specifici da destinare a questa finalità. Abbiamo avuto i fondi per l'emergenza che sembravano tanti ma sono finiti tutti», osserva Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi del Lazio. I dirigenti lamentano anche il fatto che il provvedimento veda come destinatari i costruttori degli impianti e loro stessi ma il testo non sia di semplice lettura e abbia una parte tecnica difficilmente comprensibile per i presidi. «Di fondo, la misura elettiva - osserva Costarelli - resta tenere le finestre aperte. C'è poi il punto critico della tempistica: linee guida pubblicate ora non riescono ad essere applicate a settembre, è troppo tardi».
Monitoraggio della qualità dell’aria
Altra nota dolente: il dirigente scolastico deve chiedere ad Asl e Arpa di effettuare il monitoraggio della qualità dell'aria e solo qualora non siano positivi deve chiedere all'ente proprietario dell'immobile scolastico (che spesso è l'ente locale) di intervenire. «Ma questo complica i passaggi e amplifica i tempi, che divengono incalcolabili. Sarebbe stato più semplice dare indicazioni e fondi agli Enti locali per fare gli interventi ove necessario: quindi riapriremo le scuole esattamente come le abbiamo chiuse, ovvero tenendo aperte le finestre; al massimo potremo fornire gli ambienti di misuratori di Co2 per aprirle quando il livello di Co2 è critico», conclude la vicepresidente di Anp.
MESSAGGERO ROMA
Dir. Resp. Massimo Martinelli
Tiratura: 29385 - Diffusione: 35827 - Lettori: 247058
Edizione del 04/07/2022
Estratto da pag. 33

Covid, allarme dei presidi «Aule senza aerazione, rischio cluster alla ripresa»
Covid, allarme dei presidi «Aule senza aerazione, rischio cluster alla ripresa» ^Lettera di Rusconi a Campidoglio e Città Metropolitana: «Finora nessuna comunicazione alle scuole». Maturità, si moltiplicano gli studenti positivi Una missiva chiara e precisa con una richiesta semplice: «Diteci cosa pensate di fare con i sistemi di aerazione e i riscaldamenti in vista di settembre quando si tornerà in classe e il Covid-19 non sarà ancora sconfitto», scrivono Mario Rusconi e Cristina Costarelli, rispettivamente a capo dell'AssoPresididi Romae del Lazio, in una lettera indirizzata a Campidoglio e Città Metropolitana. L'argomento è tutt'altro che marginale o secondario: « Gli enti gestori delle scuole - spiega Rusconi - non ci hanno comunicato nessuna azione che intendono intraprendere sui lavori, ritenuti necessari anche da molti virologi, per garantire una maggiore sicurezza negli istituti e se i lavori di adeguamento e miglioramento non partono ora, in estate, quando dovrebbero partire?». Finora questa domanda è rimasta orfana di risposta in un periodo in cui il Sars-Cov-2 toma a far alzare la curva dei contagi infettando anche molti studenti alle prese conl'EsamediMaturità. Dal liceo Cannizzaro al Pertini di Ladispoli, dal Lombardo Radice al liceo Levi e poi ancora il Kant , il Galilei, il Rüssel, l'Albertelli, il Vivo - . Sono almeno 20 gli studenti che in queste manciate di scuole superiori sono risultati positivi al Covid e che, pertanto, non hanno potuto sostenere gli scritto dell'Esame di Stato lo scorso 22 e 23 giugno. I NUMERI Ma i casi sono molti di più perché in media - e senza allarmismi considerati tutte le scuole superio- , » . r¡ di Roma e provincia i positivi supererebbero le cento unità. Per loro sessione suppletiva il prossimo 6 e 7 luglio mentre gli orali quasi certamente verranno discussioni a distanza da remoto. La sessione straordinaria viene disposta ogni anno per dar modo ai ragazzi impossibilitati anche per malattia di sostenere le prove ma quest'anno ci sarà un aumento. «Ecco perché è fondamentale procedere da subito con dei piani per adeguare le scuole ad affrontare la ripresa», prosegue Cristina Costarelli che è anche dirigente del liceo Scientifico Newton. Per non rischiare «nuovi focolai» con la certezza (sconfortante) di dover lasciare aperte le finestre anche in inverno. I presidi lo chiedono da tempo: «servono interventi strutturali che rendano sicuri gli ambienti», conclude Rusconi. LIBERTÀ AGLI ENTI Campidoglio, per quanto riguardale scuola di sua competenza ovvero quelle che vanno dalle materne alle medie, e Città Metropolitana per gli istituti superiori potrebbero decidere autonomamente in base alle risorse disponibili dove e quando intervenire, «La nostra è una battaglia che portiamo avanti da mesi - conclude la Costarelli - a febbraio il sottosegretario alla Salute Andrea Costa aveva annunciato delle linee guida sul discorso aerazione cui poi sarebbero dovute seguire delle risorse ma ad oggi non ci sono le linee guida ne tanto meno fondi finalizzati quindi gli enti locali, gestori delle scuole, viaggiano in propria autonomia e ci sono nelle Marche ad esempio diversi cantieri già avviati». Ecco, la speranza per gli oltre 300 presidi è quella di riuscire ad avere delle risposte e dei lavori di adeguamento entro il prossimo autunno per evitare che la didattica possa essere ancora penalizzata dai contagi o dalle lezioni a distanza nonostante l'alto numero di studenti vaccinati ma con il rischio, sempre presente di rè infettarsi. Al fianco dei sistemi di aerazione da garantire nelle classi molti dirigenti rimarcano infine l'annoso problema degli impianti di riscaldamento, ma anche su questo fronte le risposte per cambi o sostituzioni, sono poche o non sufficienti.


Costarelli (Anp): “Riapertura delle scuole? Ancora nessuna indicazione”
"Sulla ventilazione non è stato fatto nulla, ci aspetta un altro inverno con le finestre aperte"
14/07/2022 - Chiara Adinolfi
ROMA – Mascherine obbligatorie o solo raccomandate? Orari scaglionati oppure organizzati dai singoli istituti? Con la diffusione di nuove varianti si fa ancora più complesso il quadro in vista della riapertura delle scuole a settembre. Gli istituti non hanno ancora ricevuto indicazioni ufficiali, ma sono già al lavoro per riorganizzare l’inizio delle lezioni. “Comprendiamo che non è possibile avere oggi la certezza del quadro emidemiologico che avremo a settembre, ma sarebbe meglio avere al più presto delle indicazioni, qualche linea di indirizzo ragionevole”, spiega alla Dire Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) del Lazio. Per la presidente di Anp Lazio e dirigente scolastica del liceo ‘Newton’ di Roma, i nodi centrali sono tre: mascherine, orari e sistemi di ventilazione.
IL NODO MASCHERINE
Le mascherine, solo “raccomandate” durante lo svolgimento degli esami di maturità, restano obbligatorie all’interno degli istituti fino al 31 agosto, ma per Costarelli, “sempre facendo presente che su questo la competenza è dell’autorità sanitaria, sarebbe bene mantenerle anche con l’inizio delle lezioni, dato che sono l’unico strumento per frenare il contagio”. Il distanziamento, infatti, era venuto meno già all’inizio del precedente anno scolastico, con i banchi singoli che sono tornati a unirsi a settembre del 2021. Resta da capire come saranno organizzati gli orari scaglionati. “Con i trasporti pubblici tornati al 100% della presenza, spero che non sia ancora la scuola a dover soffrire gli effetti del sovraffollamento sui mezzi- aggiunge Costarelli- sarebbe auspicabile, in caso di entrate posticipate, che la gestione degli orari sia lasciata all’autonomia scolastica”.Altro tema importante in vista della riapertura, sono i sistemi di ventilazione automatici, sui quali, secondo Costarelli, “non si è fatto nulla, eppure i benefici di questi sistemi sono stati ormai accertati. Ci apprestiamo a passare l’ennesimo inverno con le finestre aperte, pur di evitare i contagi”.Il terzo anno scolastico segnato dal Covid, quindi, potrebbe cominciare con i soliti punti interrogativi.
“Sappiamo che con il Covid dobbiamo fare ancora i conti, ma quanto meno dovremmo aver capito, ormai, come poterci convivere- conclude la presidente di Anp Lazio- vorremmo avere almeno dei punti di certezza, per evitare che il sistema si blocchi ogni poco. E poi c’è ancora da capire come gestire i casi di contagio e i contatti in aula.Speriamo che il nuovo anno possa restituire a studenti e personale la serenità e una didattica continuativa”.

Docenti stressati: tra Covid, burocrazia e genitori non c’è tregua.
I consigli di Costarelli (Anp Lazio)

08-05-2022
 
“I docenti si sentono carichi di stress e di incombenze lavorative? Hanno ragione a manifestare tutto il peso di una situazione che da anni si sta caricando su di loro e con il Covid-19 è peggiorata: sarebbe bene introdurre un alleggerimento burocratico, lasciando loro solo le richieste che sono effettivamente utili per la professione, come la progettazione disciplinare”. Lo dice alla Tecnica della Scuola Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio, parlando di burnout tra gli insegnanti e dell’aumento dei carichi di lavoro nella categoria rispetto ad alcuni anni fa. Con il sopraggiungere del Covid-19, poi, lo stress ha assunto in un’alta percentuale di insegnanti livelli mai toccati in passato. Ecco qualche esempio: lo svolgimento della DaD, assieme alla didattica ordinaria; il peso dei registri elettronici non sempre di facile gestione; il rapporto complicato con molti genitori.
Ci sono tanti insegnanti attorno ai 60 anni di età che desiderano lasciare il lavoro per andare in pensione: da cosa dipende?
“I docenti – risponde la preside romana – oggi devono gestire situazioni educative formative sempre più complesse: devono essere anche un po’ psicologi e devono rispondere a genitori che hanno un approccio verso la scuola spesso più aggressivo di quanto era in passato. Ciò produce un affaticamento ed è un peccato, perché questo rischia di spegnere quella motivazione che invece in molti docenti è forte”.
Qual è il rischio a cui vanno incontro maestri e professori?
“Che perdano quelle energie educative che invece dovrebbero arrivare ai nostri alunni e studenti attraverso la didattica”.
Quali consigli possiamo dare perché ciò non avvenga?
“Bisogna restare lucidi, cioè comprendere sempre quali sono le priorità e mettere in un secondo piano tutto ciò che è di ‘contorno’”.
Quindi significa che non sempre chi insegna arriva lucido e con l’energia adeguate in aula?
“Esattamente, perché le energie del docente vengono disperse e richiamate da altre esigenze. Così chi insegna può arrivare in classe scarico e un po’ spento nella motivazione. Eppure, la maggior parte dei docenti ce la mette tutta: lo posso dire per esperienza diretta. E dopo gli ultimi tre anni davvero impegnativi”, purtroppo “è aumentato il rischio di perdere l’entusiasmo e il divertimento dello stare a scuola. E questo dobbiamo assolutamente evitarlo”.
Quali consigli possiamo dare perché ciò non avvenga?
“Bisogna restare lucidi, cioè comprendere sempre quali sono le priorità e mettere in un secondo piano tutto ciò che è di ‘contorno’. Quindi non perdere mai il punto di vista per cui bisogna arrivare agli alunni, perché questo è lo scopo della formazione e dell’educazione. Non sentirsi ‘affogati’ dagli impegni, ma seguire le giuste priorità”.
Anche i dirigenti devono fare un passo indietro nelle richieste?
 “Volentieri, perché per noi i docenti che vanno da soli sono una grande ricchezza per la scuola tutto e per i dirigenti scolastici in primis”.


09 giu 2022 - 15:42
Esami di maturità, al momento del colloquio la mascherina verrà tolta


19 Maggio 2020
I genitori di Fabio Gianfreda agli studenti: “Alzate lo sguardo dallo schermo”
Il ragazzo si suicidò seguendo le indicazioni di un sito web

ROMA – Fabio aveva 19 anni e si era appena diplomato al liceo linguistico. Era innamorato della musica, dei suoi amici e del teatro. Preparava il test di accesso per l’accademia di arte drammatica, ma il Covid e l’isolamento hanno spento sempre più il suo entusiasmo. Dopo mesi di silenzio, Fabio si è tolto la vita in un hotel di Roma, la notte tra il 9 e il 10 dicembre 2020. Modi e tempi gli sono stati suggeriti da un sito web, nato con l’esplicita intenzione di indurre al suicidio. Oggi Luisa e Marco, i genitori di Fabio, hanno fondato l’associazione ‘Io sono Enea’, dal nome del personaggio epico che il ragazzo amava interpretare sul palco, e per la prima volta, questa mattina, hanno portato la storia di Fabio tra gli studenti e le studentesse del liceo ‘Newton’ di Roma nell’ambito dell’incontro ‘I lati oscuri del web’.
“Questo è un mondo che è nostro dovere conoscere per essere informati- ha detto in apertura la dirigente scolastica Cristina Costarelli- bisogna sapere che se si accede a questi siti in un momento di debolezza, possono esserci risvolti molto negativi”. Per Silvia De Mari, che ha portato il saluto della Garante dell’infanzia e dell’adolescenza del Lazio, Monica Sansoni, “è necessario sostenere questi ragazzi per far crescere la loro autostima e stare attenti a non sottovalutare i segnali che mandano e che spesso non riusciamo ad afferrare”. Fabio aveva da poco intrapreso un percorso di psicoterapia e aveva mostrato segni di miglioramento, ma l’incontro con il sito ha fatto precipitare rapidamente le cose. E in un solo mese, Fabio ha messo in atto il piano suggerito dal portale web.
“Seguendo le tracce di Fabio abbiamo scoperto una realtà inimmaginabile che ha travolto le vite di moltissime persone, soprattutto adolescenti- spiega Marco Gianfreda, vicepresidente dell’associazione e papà di Marco- si tratta di consulenti della morte che danno informazioni precise e dettagliate sul suicidio, presentato come l’unica forma di liberazione possibile, l’unica alternativa. Ma se oggi siamo qui è per cambiare il finale di questa storia, e dire ai giovani che le difficoltà si possono superare. Alzate lo sguardo dallo schermo, lasciate che i vostri occhi incontrino quelli delle persone che vi vogliono bene. Oltre lo schermo c’è un mondo”.
L’associazione offre a ragazzi e famiglie strumenti concreti per informare e sostenere i ragazzi nella difficile fase dell’adolescenza, e ha intrapreso una battaglia legale per eliminare il sito web che ha portato Fabio alla morte. Oggi il sito americano è oscurato in Italia, ma non negli altri Paesi, e i suoi creatori, che sono stati identificati, sono ancora liberi. Tra le azioni su cui è impegnata ‘Io sono Enea’ c’è anche quella per impedire che la sostanza assunta da Fabio non venga più venduta liberamente.
“Il malessere si combatte se cominciamo a riconoscere quello che proviamo. Solo così possiamo gestire quello che sentiamo”, ha spiegato ai ragazzi la psicoterapeuta Benedetta Mira, coordinatrice del progetto, che ha poi coinvolto i circa 60 studenti in un momento di riflessione sulle proprie emozioni. “Oggi siamo qui per dirvi che la storia di Fabio parla anche di amore e speranza”, ha spiegato commossa Luisa Perillo, presidente dell’associazione e mamma di Fabio, che ha poi citato un passaggio contenuto in uno dei monologhi scritti da Fabio: “Meritiamo tutti di sorridere, di sentire il peggio e poi uscirne fuori”.
CRISTINA COSTARELLI
info@cristinacostarelli.it
cristina.costarelli.anp@gmail.com

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